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Disney e il potere della nostalgia.

Ieri sera sono andato al cinema a vedere “Il re leone”, remake dell’omonimo film del 1994.

Al pari di tutti i remake in “carne, ossa e CGI” che la Disney ha realizzato finora, credo che “Il re leone” di Favreau non è, non sarà e neanche vuole essere un Classico ma bensì è un modo per modernizzare nei contenuti e nella messa in scena storie senza tempo.

È un’operazione utile e/o necessaria?

La risposta è nell’hype che ogni volta si crea intorno a un nuovo remake di matrice disneyana e negli incassi di questi lungometraggi. Senza ombra di dubbio rimanipolare storie epiche come quelle narrate dai film della Casa di Topolino è un’operazione vincente e che piace molto al pubblico.

Questi contenuti sono la chiave del successo?

La chiave è in ciò che i consumatori sentono e ciò che posizionano in relazione a questi contenuti. Il segreto è proprio la nostalgia. La prova di questo successo è data dall’adattamento al grande schermo dei classici aggiornati di “La bella e la bestia” o “Il re leone” che poco dopo il suo lancio, ha superato il milione al botteghino.

Al momento, la Disney sta usando la nostalgia come modo per raggiungere il pubblico adulto. Infatti, le ultime uscite non sono solo film per bambini ma si potrebbe dire anche che non sono film creati pensando a loro. Il colosso vuole attirare il pubblico adulto, che andrà al cinema per il proprio interesse e perché erano i suoi film d’infanzia preferiti. Questo perché gli spettatori li vedranno per il potere della nostalgia e il potere di connettersi con ciò che gli è piaciuto della loro infanzia.

Se funziona al cinema, perché non dovrei farlo su piattaforme VoD?

La strategia Disney+ è quindi fortemente legata anche a questo punto. La questione non è solo un apprezzamento basato sulla strategia che la Casa di Topolino ha messo in campo, ma anche sui dati delle ricerche di mercato.

Uno studio di GlobalWebIndex ha già chiarito che i consumatori si collegheranno a questo servizio grazie al potere nostalgico. Il 42% degli intervistati ha riconosciuto di essere disposto a iscriversi a Disney+ perché il contenuto gli ha ricordato momenti della loro infanzia. Inoltre, il 35% degli spettatori riconosce che se Disney pianificasse una serie di remake delle proprie storie, sarebbe tentato di registrarsi.

Risulta quindi chiaro come puntare sulla nostalgia sia una strategia vincente per la Walt Disney Pictures, che ha accompagnato e accompagnerà nella crescita ben più di una generazione.

PS. Alla morte di Mufasa, giù i lacrimoni… a 28 anni suonati!

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